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La famiglia del Marchio Alto Adige cresce

05/12/2024 |

In linea con il principio del marchio regionale, il campo di applicazione del Marchio Alto Adige sarà ampliato – a partire dal settore del legno.

Da questo momento le imprese altoatesine del settore del legno possono fregiarsi del Marchio Alto Adige e beneficiare dei suoi vantaggi. Se dapprima il marchio era conosciuto soprattutto come marchio di destinazione e come marchio di qualità e di origine per i prodotti agroalimentari dell’Alto Adige, ora si sta gradualmente aprendo ad altri settori di punta. Questa è l’idea alla base dell’ulteriore sviluppo – portato avanti da IDM Alto Adige – del Marchio Alto Adige verso un marchio regionale intersettoriale. Nella prima fase di questo ampliamento, il settore del legno è stato scelto come partner pilota perché è di importanza centrale sia per l’economia regionale che per lo sviluppo sostenibile dell’Alto Adige. IDM ha redatto il catalogo dei criteri in collaborazione con Confindustria Alto Adige e Confartigianato Imprese (lvh.apa). Ieri è stato festeggiato il nuovo ingresso nella famiglia del marchio con un evento in Val d’Ega, alla presenza degli assessori provinciali Marco Galateo e Luis Walcher e del presidente del Consiglio provinciale Arnold Schuler.

«L’industria del legno è senza dubbio uno dei settori economici e produttivi fondamentali del territorio. Con un fatturato annuo di circa 1,5 miliardi di euro, le aziende del settore foresta – legno non sono solo molto forti dal punto di vista economico, ma vantano anche un altissimo livello di competenza nella lavorazione del legno. Con i loro prodotti innovativi, le loro tecnologie e la loro esperienza pluriennale, le imprese di questo settore sono di grande interesse per i clienti in Europa e anche al di fuori», afferma Marco Galateo, vicepresidente e assessore provinciale allo sviluppo economico. Con una produzione di 1,7 miliardi di euro, l’intera catena di valore del settore contribuisce per il 6,8% al prodotto interno lordo dell’Alto Adige.

 

L’importanza del settore del legno è stata sottolineata anche ieri, durante l’evento, da Luis Walcher, assessore provinciale a agricoltura, foreste e turismo. «Il legno è l’oro verde dell’Alto Adige ed è un fattore di sviluppo decisivo per il territorio, che garantisce un reddito a circa 19.000 persone, soprattutto nelle aree rurali. Il 50% della superficie dell’Alto Adige è coperta da boschi. Tuttavia, questi appartengono a un gran numero di proprietari, rendendo la gestione forestale più complessa. Per questo è necessario continuare a sostenere i proprietari nella gestione e nella cura delle foreste. Inoltre, il legno è una materia prima estremamente sostenibile. In tempi di cambiamenti climatici, scarsità crescente di risorse e transizione energetica, il legno può rappresentare una risposta e una soluzione a molte delle sfide attuali», ha dichiarato Walcher.

 

Il fatto che le aziende di questo settore possano ora presentarsi con il Marchio Alto Adige rappresenta un passo importante, sottolineano il presidente di Confindustria Alto Adige, Heiner Oberrauch, e il vicepresidente di Confartigianato Imprese Hannes Mussak. «Il Marchio Alto Adige incarna molti valori, tra cui qualità, sostenibilità, affidabilità, innovazione ed eccellenza. Chi si fregia di questo marchio dimostra un forte legame con il territorio, promuove i valori della sostenibilità e comunica standard qualitativi elevati. Questo consente di distinguersi dalla concorrenza e di attirare clienti per i quali questi valori sono fondamentali», affermano entrambi. Le due associazioni, insieme a IDM e ai potenziali utilizzatori del marchio, cioè le aziende del settore, nel corso di un lungo processo hanno sviluppato un catalogo di criteri base per l’assegnazione del marchio. Questo catalogo definisce i requisiti che le imprese del settore del legno devono soddisfare per poter utilizzare il Marchio Alto Adige.  

 

Grazie al processo di ampliamento per il settore del legno, ora esiste un sistema per assegnare il marchio che in futuro sarà applicato anche ad altri settori, seppur in modo selettivo. «I marchi forti si distinguono per la loro capacità di attrarre, non per la loro portata», afferma il CEO di IDM Erwin Hinteregger. «Per questo motivo, il marchio regionale non sarà applicato ovunque, poiché una diffusione indiscriminata a tutti i prodotti rischierebbe di indebolirne il valore». Un marchio deve essere mantenuto coerente per preservarne e rafforzarne l’attrattiva. Questo è il principio guida del marchio regionale ed è per questo motivo che si è deciso di iniziare con un settore che meglio incarna i valori del marchio, ha concluso Hinteregger.

 

I criteri per le aziende che in futuro desiderano diventare utilizzatori del marchio riguardano i settori della qualità, sostenibilità e innovazione e sono consultabili online all’indirizzo  www.idm-suedtirol.com/marchio-altoadige-legno. Tra questi criteri figurano, ad esempio, il possesso di un certificato di maestro artigiano, la qualifica di azienda di formazione, referenze dei clienti che attestino un riscontro positivo sul mercato, certificazioni di sostenibilità e investimenti in ricerca e sviluppo. Ad ogni criterio è assegnato un punteggio specifico. Per poter usare il marchio è necessario raggiungere un punteggio minimo che varia a seconda delle dimensioni dell’azienda.

 

Dieci aziende pilota, i cui rappresentanti erano presenti all’evento in Val d’Ega, hanno già raggiunto il punteggio richiesto e possono quindi fregiarsi del Marchio Alto Adige. Si tratta delle seguenti imprese: Aster GmbH di San Genesio, Barth di Bressanone, Damiani Holz & Co di Bressanone, Gruber Türen di Brunico, Intura di Lasa, Karl Pedross di Bolzano, Ligna Construct, con sede a San Pancrazio in Val d’Ultimo, Prast OHG di Auna di Sotto, Rubner Türen di Chienes e XTimber di Nova Ponente.

 

Fonte e Foto: IDM Südtirol - Alto Adige

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