Appalti pubblici: un’assegnazione non soddisfacente
04/08/2022 |
Diversi settori in Alto Adige hanno espresso il proprio dissenso in merito alle procedure utilizzate nell’assegnazione degli appalti pubblici. Gli esperti di lvh.apa Confartigianato Imprese hanno evidenziato in particolare quattro problematiche principali.
Numerose realtà artigiane appartenenti a diversi comuni altoatesini lo hanno confermato: le gare promosse dagli enti pubblici finiscono spesso per venire bloccate ed i relativi progetti risultano sospesi. Al contempo, iniziative edili che sarebbero pianificate da tempo non hanno avuto ancora modo di concretizzarsi attraverso una gara. Questi i punti più significativi fatti emergere dalle locali ditte artigiane, che spiegano al contempo la motivazione principale, ovvero il timore degli enti pubblici di dover fare i conti con un ulteriore aumento dei prezzi. Secondo i rappresentanti di diversi comparti edilizi tuttavia, il rinvio dei progetti potrebbe determinare un utilizzo insufficiente della capacità produttiva per la seconda metà dell’anno. “Le procedure d’appalto devono essere riprese al più presto e le gare relative ai lavori devono partire – ha commentato il presidente della sezione di mestiere Imprese movimento terra di lvh.apa Michael Hofer.
Un’ulteriore problematica riguarda il fatto che numerosi enti non effettuano il pagamento anticipato del 20% sullo stato di avanzamento dei lavori. L’anticipo in oggetto è stato istituito per sostenere le aziende mentre quest’ultime stanno utilizzando la propria liquidità per pagare i materiali, cresciuti nel frattempo di prezzo. “La possibilità per le stazioni appaltanti di versare agli operatori economici pagamenti anticipati fino al 20% sullo stato di avanzamento dei lavori è sancita dalla legge e dovrebbe quindi essere attuabile – ha ricordato Hofer.
Gli artigiani hanno poi ricordato come esista un potenziale di ottimizzazione per quanto riguarda il metodo di aggiudicazione dei contratti. Attualmente, molti enti locali assegnano gli appalti in base alla cosiddetta percentuale di sconto. Secondo Hofer, avrebbe invece senso utilizzare i prezzi unitari: "I prezzi unitari corrispondono al valore reale delle singole prestazioni parziali e quindi l'appaltatore può compensare meglio le fluttuazioni di prezzo dei vari materiali nell'offerta. La Provincia opera già in questa forma. Anche tutti gli altri enti dovrebbero utilizzare questa opzione per consentire una concorrenza equa sul mercato".
Il problema principale per i settori che si affidano agli appalti pubblici è l'esclusione automatica delle offerte troppo basse. Grazie all'applicazione della legislazione nazionale, in qualsiasi procedura di gara in cui vengano presentate cinque o più offerte, le offerte più economiche vengono escluse dalla procedura. Questo porta in definitiva a una lotteria nel campo degli appalti pubblici e non consente una concorrenza leale. Le ditte locali che hanno un vantaggio in termini di location o che necessitano urgentemente del lavoro non possono sfruttare i propri vantaggi e presentare un'offerta più economica, pena l'esclusione. La conseguenza è che le amministrazioni aggiudicatrici assegnano i lavori in modo più costoso e le aziende devono ampliare il proprio campo di lavori per poter utilizzare in modo sufficiente la propria capacità. Sarebbe a tal proposito auspicabile trovare una soluzione da applicare a livello locale sulla falsariga di quanto avviene in Provincia di Trento, dove in ambito provinciale vengono emanate disposizioni atte a favorire le aziende.
Nella foto: 1) Appalti pubblici: un’assegnazione non soddisfacente © Pixabay.com; 2) Il presidente della sezione di mestiere Imprese movimento terra di lvh.apa Michael Hofer © lvh.apa;
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